martedì 29 marzo 2011

Soluzione vicina per gli incentivi al fotovoltaico

Federchimica insieme a Confindustria Veneto, ha avviato il Programma “T.A.C.E.C. – Towards A Carbon Efficient Chemistry", per integrare maggiormente nel nostro Paese scienza, industria, management, istituzioni pubbliche e private verso la chimica a migliore efficienza energetica e sostenibile. Il Programma è stato avviato alla fine del 2008 ed è orientato su 3 assi di attività: R&S, Metodologie e Best Practices, Analisi e Position Papers. Il Programma T.A.C.E.C. organizza ogni anno incontri periodici per incentivare ed arricchire l’unione tra competenze scientifiche, esperienze industriali e responsabilità istituzionali nello sviluppo sostenibile della chimica. Due Workshop internazionali, nel I e nel II semestre dell’anno, ed una Conferenza nazionale, permettono di analizzare i risultati conseguiti e di confrontare esperienze internazionali ed europee, nonché di contribuire a realizzare la politica dei cambiamenti climatici adottata dall’Unione europea.

Soluzione sempre più vicina per i nuovi incentivi alle fonti rinnovabili. Si è svolta una riunione tecnica al ministero degli Affari regionali sul «Quarto conto energia», con un deciso passo avanti, anche se per portare il decreto ministeriale in consiglio dei ministri potrebbero servire ancora alcuni giorni. A discutere della bozza del provvedimento sono stati i tecnici del Ministero dello Sviluppo economico, dell'Ambiente, degli Affari regionali e degli enti locali. Confermate le linee guida: riduzione graduale degli incentivi, mirata a spazzare via possibili speculazioni, con allineamento ai parametri Ue. Per il nuovo provvedimento (oggi intanto viene pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto legislativo varato lo scorso 3 marzo) i tempi sono comunque stretti, ha assicurato il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. «Nelle scorse settimane - ha spiegato - ci sono state le consultazioni con tutte le organizzazioni, c'è stato un ulteriore incontro tecnico ristretto con la conferenza Stato-Regioni, credo che entro la prima decade di aprile concluderemo il lavoro e emaneremo un decreto ministeriale che dovrà rispettare quanto votato all'unanimità sia alla Camera sia al Senato e quindi salvaguarderà gli investimenti in corso». Proprio questo è il punto più delicato: come salvaguardare le imprese che hanno già iniziato a investire. Anche le associazioni dei costruttori Ance e Ancpl-Legacoop hanno chiesto la garanzia dei diritti acquisiti. Il ministro dell'Ambiente ha spiegato che per impianti messi in esercizio bisognerà intendere anche «impianti posati e non allacciati alla rete, il che consentirà di superare una serie di problemi che non dipendono da chi ha fatto l'investimento». Il Governo varerà un taglio degli incentivi molto lieve per i primi sei mesi («per non penalizzare gli investimenti in corso, quindi anche quelli programmati con il vecchio regime e non conclusi a fine maggio») e un successivo «scalone» a partire dal 2012, «senza fissare un tetto di megawatt annuali, ma con un tetto complessivo in milioni di euro fino alla fine degli incentivi».

I tagli contenuti nella proposta per il quarto conto energia sarebbero mensili, ma più soft, con un decremento progressivo che dal -1.% di giugno arriva al -10%. Si tratta, in buona sostanza, della proposta avanzata al Governo dalla Confindustria che il Ministero avrebbe preso come base per il quarto conto energia. Ma ancora il dado non è tratto e il ministro Paolo Romani, dalla settimana scorsa, è impegnato in incontri con le aziende di settore per individuare le soluzioni più adeguate. Il punto è che, se le cose rimanessero così., si assisterebbe probabilmente a una nuova corsa a installare più megawatt possibili nel 2011. perché a partire dal 2012 la bozza prevede decrementi più sostanziosi dal -15% del 2012 al -25% del 201.5. Insomma, sebbene l'obiettivo sia tutelare gli investimenti già avviati, un taglio così soft nel 2011 rischia di creare una nuova bolla. proprio come accaduto con il decreto Salva Alcoa nel 2010. Anche perché, dopo l'approvazione del decreto rinnovabili (lo scorso 3 marzo) il mercato del fotovoltaico si è praticamente fermato, facendo scendere il prezzo dei moduli di circa il 20%. Il paradosso sarebbe quindi che chi realizzasse gli impianti nel 2011 potrebbe godere con tutta probabilità di un significativo sconto sui componenti, senza che le tariffe siano significativamente più basse rispetto al Terzo conto energia, che andrà in pensione dal 1 giugno 2011. Anche per questo gli operatori del settore chiedono con forza che si ripensi al sistema dei tetti di potenza annua incentivabile e si applichi il modello tedesco, che prevede aggiornamenti trimestrali delle tariffe, in base all'installato dei mesi precedenti. Intanto i principali titoli delle rinnovabili Ue hanno messo a segno buoni rialzi (Egp 3.93%), dopo la vittoria dei verdi nel feudo Cdu del Baden-Wurttemberg.

giovedì 24 marzo 2011

Le nuove tariffe del fotovoltaico

Il ministero dello Sviluppo Economico sta già mettendo  a punto le nuove tariffe che dovranno rimpiazzare il Terzo conto energia, in pensione dal primo giugno. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza si tratterebbe di una proposta molto vicina a quella presentata da Confindustria nell'incontro di venerdì scorso con il responsabile dello Sviluppo, Paolo Romani e quello dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. L'idea sarebbe quella di mettere in piedi un regime transitorio con riduzioni minime (1-2%) per i mesi di luglio e agosto e poi far scattare tariffe significativamente più basse dal 2012, con una progressiva riduzione fino al 2017. Intanto anche ieri sono continuati i contatti tra le associazioni di settore che, come richiesto da Romani, stanno cercando di elaborare una posizione comune da portare al tavolo tecnico che dovrebbe essere convocato nei prossimi giorni al ministero dello Sviluppo Economico.

Assosolare e Gifi hanno punti di vista molto simili, ma si sta lavorando anche con Aper e Assoenergie Future per cercare la massima convergenza. La proposta del Gifi, in particolare, si basa su due principi: l'abolizione del cap annuale, che crea situazioni di stop and go che non fanno bene al mercato, e l'applicazione di un modello il più possibile vicino a quello tedesco. «Inoltre per accedere alla tariffa deve far fede la fine dei lavori, e deve essere certificata da un ente terzo», spiega Valerio Natalizia, presidente dell'associazione. Intanto, in attesa di sapere come si muoverà il governo alcune imprese e banche estere hanno già fatto partire le prime denunce alla Commissione e alla Corte di Giustizia europee. Gli atti, che dovrebbero essere notificati nelle prossime ore denunciano la violazione da parte dello Stato italiano della disciplina comunitaria relativa alle emissioni di gas serra e la lesione del principio del legittimo affidamento nella certezza del diritto.