giovedì 29 settembre 2011

Se l'impresa si mette in network: la cooperazione tra imprese per superare le dimensioni.

RetImpresa e Fondimpresa hanno messo a disposizione uno stanziamento totale pari a un milione di euro e 15mila euro di contributo le aziende in rete che facciano richiesta di voucher formativi.

La sperimentazione avanza: in testa Emilia Romagna, seguono Lombardia e Veneto con 557 imprese che hanno dato vita a 118 contratti. Le dimensioni aziendali, quando la crisi morde, sono quelle che fanno la differenza: consentono migliori economie di scala, permettono di avere maggiore potere contrattuale con i fornitori, danno più forza sui mercati locali e internazionali. Per il tessuto imprenditoriale italiano, storicamente fatto di imprese piccole e medie, è quasi impossibile riuscire a competere sul terreno delle grandi, di quelle che per prime stanno uscendo dall'attuale fase di contrazione. A meno che, con un'opportuna attività di sostegno e formazione verso imprenditori, dirigenti e lavoratori, non si creino delle associazioni di imprese "leggere", delle reti produttive permanenti orientate alla collaborazione e finalizzate al raggiungimento di precisi obiettivi aziendali e strategici comuni, che consentano quindi ai piccoli di migliorare le proprie perfomance e ricominciare a correre grazie alle alleanze così siglate. A questo scopo, nell'aprile 2009 il Governo ha istituito il "contratto di rete", una formula giuridica strutturata che consente a più imprese attive nello stesso o in un diverso settore di costituire tra loro un network

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lunedì 26 settembre 2011

In gruppo si risparmia

Energia elettrica più cara del 30% rispetto al resto d'Europa. Prezzi delle materie prime alle stelle. il tutto in un quadro di consumi interni debolissimi e con all'orizzonte la prospettiva degli effetti di una manovra decisamente debole sul versante dei rilancio della produttività.

Per resistere, molte pmi italiane si stanno coalizzando con l'obiettivo di ottenere condizioni migliori nell'acquisto di beni e servizi. A promuovere questi gruppi sono spesso le rappresentanze locali di Confindustria: quella di Pesaro Urbino ha lanciato per esempio il consorzio Confindustria Energia Adriatica, che garantisce risparmi nell'approvvigionamento di energia da fonti tradizionali e rinnovabili e iniziative simili si ritrovano in tutta Italia, da Firenze a Verona, Trapani e Palermo. Anche la Cna promuove poi gli acquisti collettivi, «oggi soprattutto quelli di elettricità, attraverso il ricorso ad aste telematiche a cui partecipano i distributori, spiega Tommaso Campanile, responsabile del dipartimento Competitività e ambiente della Confederazione. «In questo caso le aziende non si riuniscono in veri e propri gruppi ma si aggregano di volta in volta. E il risparmio sui contratti annuali arriva al 25-27%.. Una delle esperienze di maggior successo è però una cooperativa, la bergamasca Amd group, nata nel 2010 e già arrivata ad aggregare 1.400 imprese, perlopiù lombarde. «Siamo gli unici a trattare l'acquisto di diversi prodotti e servizi, quelli di volta in volta più richiesti dalle pmi associate: assicurazioni, arredo, pneumatici, servizi bancari, spiegano dalla sede. "Il pacchetto di base (150 euro all'anno) prevede l'analisi e il monitoraggio dell'utenza energetica dell'azienda e dell'abitazione dell'imprenditore e delle posizioni assicurative. Ma in questi giorni stiamo concludendo un accordo con alcuni produttori di carburante e una convenzione per l'assistenza legale".

venerdì 23 settembre 2011

Profitto sociale: le energie rinnovabili sono al servizio dello sviluppo

La Fondazione di Comunità-Distretto sociale evoluto di Messina ha avviato un progetto capace di unire innovazione, lotta alla mafia, green economy e nuovo welfare comunitario. Ci sono storie, vere ma così belle da sembrare favole, che più e meglio di qualsiasi teoria mostrano che si può fare": si possono tenere insieme ambiziosi obiettivi sociali e ambientali con la sostenibilità economica, puntando su collaborazione e cooperazione piuttosto che su una competizione globalizzata che spinge lavoro e dignità verso il basso.

Semmai la domanda è un'altra: come mai di queste storie si parla così poco, mentre si dovrebbe studiarle, diffonderle, provare a farne modelli sistemici. Una di queste storie riguarda la Fondazione di Comunità-Distretto sociale evoluto di Messina, costituita grazie al sostegno di Fondazione per il Sud e di numerosi altri soggetti (fra cui Aus15 di Messina, Fondazione Antiusura Pino Puglisi, Confindustria Messina, Caritas Italiana e Banca Etica). Ha avviato un progetto capace di unire innovazione, lotta alla mafia, green economy, nuovo welfare comunitario e opportunità di reinserimento sociale: scusate se è poco.

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mercoledì 21 settembre 2011

Che aria tira?

Questa mattina scesa di buon ora per l'acquisto del quotidiano economico incrocio una vicina del condominio, in cui vivo e ho lo studio che è una artista lussemburghese.

Ci salutiamo con amicizia, come sempre, soffermandoci un momento: "Passato buone vacanze? Che cosa avete fatto?". Mi racconta di non averne fatte molte e che contavano di farle a novembre. Io concordo ammettendo di non averne fatte molte neppure io però in gran bei posti.

Scambiamo ancora due parole e poi la congedo dicendo: "Aspettiamo tempi migliori!". Lei mi risponde: "Non aspettare troppo!".......... Un momento dopo, prendo atto: "E che diamine! Non ho mica detto persone migliori!". Che per inciso mi bastano quelle che ci sono. Si tratta di un tipico caso di acidità derivata dallo stato del Paese? Ovviamente non nel senso finanziario del termine, di derivati.
Se il postmoderno è finito allora benvenuta autenticità! Aleger leute! Fröhlich!

martedì 20 settembre 2011

Si apre, al Mise, il tavolo permanente per le reti di impresa.

Ieri mattina e per la prima volta, le reti di impresa hanno incontrato il ministero dello Sviluppo economico. Si apre così il tavolo che nelle intenzioni del dicastero diventerà un punto centrale di confronto sullo stato di attuazione dei contratti, sulle difficoltà incontrate dalle imprese e sugli aspetti organizzativi, amministrativi e normativi da affrontare per rendere lo strumento della rete, pienamente operativo.

Ad accogliere le imprese è stato Giuseppe Tripoli, il mister PMI italiano, che ha presentato un piano ambizioso: una rete delle reti per favorire la comunicazione tra le aggregazioni e dare una spinta ai progetti di internazionalizzazione e di innovazione di processi e prodotti. Baricentro dell'iniziativa proprio il ministero , che intende mettere a disposizione delle imprese una piattaforma online per far condividere le esperienze e le migliori pratiche e che punterà a svolgere un forte ruolo di raccordo rispeto alle esigenze di integrazione o revisione normativa che progressivamente si evidenzieranno mano a mano che le esperienze di aggregazione arriveranno a maturazione.

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venerdì 16 settembre 2011

In arrivo aiuti alle reti di impresa che vogliano esportare.

Già nell'incontro con le parti sociali di inizio agosto, il Governo inserì «le reti di impresa con particolare attenzione allo sviluppo del sistema dell'internazionalizzazione» al quarto degli otto punti dedicati alla risposta contro la crisi. Il tema è stato al centro di un incontro ieri tra il Ministro dello sviluppo e gli assessori regionali alle attività produttive. Si lavora per utilizzare le reti di impresa come leva per l'export delle Pmi.


L'unica voce dell'economia italiana che offre segnali incoraggianti è anche una di quelle dove c'è ancora tanto da mettere a punto. Sembra un paradosso ma la fotografia dell'export italiano è questa: il made in Italy continua a tirare ma le aziende attive all'estero, soprattutto tra le Pmi, potrebbero essere molte di più. Parte da questa riflessione Giuseppe Tripoli, capo dipartimento imprese e internazionalizzazione del Ministero dello sviluppo economico nominato sei mesi fa mister Pmi, per spiegare le proposte che potrebbero concretizzarsi a breve. «Dobbiamo applicare sempre di più la logica delle reti anche all'internazionalizzazione per facilitare aggregazione di piccole aziende che altrimenti, da sole, farebbero fatica a presidiare i mercati stranieri». Non è un caso che nell'incontro con le parti sociali di inizio agosto, il governo inserì «le reti di impresa con particolare attenzione allo sviluppo del sistema dell'internazionalizzazione» al quarto degli otto punti dedicati alla risposta contro la crisi. Tema affrontato anche ieri dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani nell'incontro tenuto con gli assessori alle attività produttive delle Regioni nell'ambito della sede stabile di concertazione. Bisognerà capire se ci sarà.

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lunedì 12 settembre 2011

La supremazia energetica della Puglia

II primato è indiscusso ormai da tre anni. La Puglia è in testa alla classifica delle regioni italiane per potenza fotovoltaica installata: il 26 agosto, secondo il Gse (Gestore dei servizi energetici), il dato era di 1.445 megawatt su un totale italiano di 8.387. Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte contano però un maggior numero di impianti. Segno che quelli pugliesi sono in media molto grandi: distese di pannelli che fanno storcere il naso agli ambientalisti e a cui lo stesso governatore Nichi Vendola, da sempre promotore di un forte sviluppo delle energie rinnovabili, vuol mettere un freno. Prima ancora dell'approvazione del quarto Conto energia, che disincentiva i campi da oltre 1 mw di potenza, il presidente della regione ha infatti deciso di correggere il tiro e indirizzare l'evoluzione del solare pugliese verso le piccole installazioni, in particolare quelle su case ed edifici industriali. Obiettivo, risparmiare i terreni agricoli e «solarizzare le città». Con l'effetto collaterale di dirottare i benefici economici dalle tasche degli investitori finanziari, spesso stranieri, a quelle di cittadini e imprese locali disposti a mettere a disposizione il proprio tetto.

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mercoledì 7 settembre 2011

Energia verde: aggregarsi per competere

Aggregarsi: una strategia che vince sempre, anche nel campo delle energie rinnovabili, come nel caso di RinnovaNet, in Puglia, la rete di imprese composta da aziende del settore che, cogliendo le opportunità del contratto di rete, hanno scelto di unirsi. In tutto 11 e 9 quelle pugliesi: Assioma Engineering, Cantieri Generali, Cestaro Rossi & C., Enerdaiet, Energenia, Energy Division by Alberto Santoro, Esp, Latini Angelo, Renergia, Solar Ingegneria, Studio PM.

In sintesi, una compagine che insieme esprime un fatturato di circa 158 milioni di euro, più di 800 occupati, oltre 140 MW di installazioni fotovoltaiche.

A dare supporto alla rete è Promem Sud Est, società partecipata da banche, Camere di commercio, Confindustria Bari e Bat. Diversi i traguardi che si vogliono raggiungere, primo fra tutti promuovere in Puglia la cultura delle rinnovabili con iniziative di sensibilizzazione, formazione, informazione. Come pure individuare opportunità commerciali e sostenere il processo di crescita e consolidamento delle imprese che aderiscono alla rete, ottimizzando una serie di costi.

Publiredazionale a cura de Il Sole 24 Ore di mercoledì 07 settembre 2011

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lunedì 5 settembre 2011

Israele chiama le Pmi italiane

* di Caterina Ruggi d'Aragona


Israele chiama Italia. Italia chiama Israele.

Gli scambi commerciali tra i due paesi sono cresciuti del 25% tra il primo semestre 2009 e il primo semestre 2010. E aumentano a ritmo serrato: a fine 2010, l'Italia è diventata il quarto partner commerciale di Israele dopo Stati Uniti, Cina e Germania. Tra il 2009 e il 2010 le importazioni israeliane in Italia, pari a 699 milioni di dollari, sono cresciute del 26,8%. Risultato: un aumento del surplus del saldo commerciale a favore del nostro Paese per 437 milioni di dollari. «Israele offre agli imprenditori italiani importanti opportunità», dice il consigliere pergli affari economici dell'Ambasciata di Israele in Italia, Tamar Ziv.

Una vitalità, questa, che però lascia indietro la classe medio-bassa, con salati inadeguati al costo di affitti, benzina, alimenti. Sono stati proprio questi i motivi scatenanti della protesta delle tende, battezzata anche "tentifada", che ha avuto il suo picco nella prime due settimane di agosto. «A fine settembre dovrebbero arrivare le raccomandazioni della commissione di 15 esperti di economia sociale istituita dal primo ministro Benjamin Netanyahu» annuncia Tamar Ziv: è la risposta agli "indignados", i 25omila cittadini (pari al 3% della popolazione israeliana), soprattutto giovani, che hanno occupato il centro di Tel Aviv per protestare contro il caro-vita. «L'Italiae lo Stato di Israele sono due Paesi molto compatibili - osserva la signora Ziv - il primo con un'industria forte in molti settori, il secondo con un'economia più piccola che però negli ultimi anni ha aggiunto alla tradizione plastica, ai minerali e alla chimica l'eccellenza su hi-tech, biomedicina, innovazione agricola, security, It ed energie rinnovabili. Tutti settori legati all'innovazione tecnologica».

Le opportunità più interessanti per gli investitori italiani riguardano soprattutto le tecnologie per l'agricoltura, i processi alimentari, il trattamento delle acque, l'energia solare, la sicurezza, le attrezzature mediche e il bio-pharma. «Un saldo della bilancia commerciale positivo e uno scambio di beni e servizi cresciuto a doppia cifra nel 2010 e nei primi mesi del 2011- conferma Michele Pignotti, head dei Paesi Mediterranei & Africa di Euler Hermes - fa sì che Gerusalemme parli sempre più italiano, almeno nei principali settori merceologici del made in Italy.

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venerdì 2 settembre 2011

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di Simone Di Meo, il Sole 24Ore di venerdì 02 settembre 2011  

"Anche di questo - dice Berlusconi, a proposito della P4 - non me ne può importare di meno ...... perchè io sono così trasparente , così pulito delle mie cose che non c'è nulla che mi possa dare fastidio, capito? io sono uno che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato, quindi io sono assolutamente tranquillo, a me possono dire che scopo, è l'unica cosa che possono dire di me, è chiaro? Quindi mi mettono le spie dove vogliono, mi controllano le telefonate, non me ne fotte niente.....io tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei, da un'altra parte e quindi vado via da questo paese di merda di cui sono nauseato punto e basta". 
"Una rapina basata sue due giudici talebani di sinistra.... hanno mandato in fumo 25 anni di lavoro.........".