sabato 4 giugno 2011

Uno splendido futuro, alle spalle !


L'immagine di "IXI - Imprese per l'innovazione" 
 Alle volte mi capita una urgenza che è quella di scrivere. Un po’ per lavoro e un po’ per carattare come di fronte a questa bella frase che è il titolo del mio post di oggi, sentita recentemente da una persona davvero cara e speciale nel mio cuore e che mi ha fatto ridere e proprio di gusto.

Dunque, una delle sere passate uscendo con un amico ho utilizzato il termine CSR, così spontaneamente ritenendo che lui come chiunque altro potesse sapere che cosa significhi. Io sono andata avanti con il mio racconto, un bel pezzo prima che lui si decidesse a interrompermi per chiedermi “…Scusa che cosa è la CSR?”. Al che gli rispondo dicendogli che si tratta della responsabilità sociale di impresa e CSR è niente di altro che un acronimo per sottenderla, inglese, tra l’altro. Mi sono limitata a questo e non ho proseguito nel chiedermi o chiedergli se avesse compreso l’argomento a cui mi riferivo e se potesse quindi ricondurre alcuni, fatti, esperienze, argomenti personali a quel grosso contenitore che è la responsabilità. Fermata, splendidamente alla pura forma.

Che cosa è l’etica se non una opportunità che conduce e rimanda ad altre opportunità, all’infinito e senza soluzione di continuità. E’ una porta che apre su un’altra porta che a sua volta conduce ad un’altra. Passare per l’etica equivale a non fare mai gli stessi passi e a non chiedersi mai la contezza di dove si sia arrivati perché è molto complesso riuscire a misurare, nel senso proprio del termine le azioni e il loro feedback o la loro redemption (so che sarebbe appagante oggi utilizzare lo share - mediatico, il grado di condivisione quale indice di misura e forse basterebbe, soltanto forse, a tradurre una reputazione). Aldilà di quello che possono aver fatto, o fare, le varie SA 8000, UNI EN ISO 18001 o la L. 231

Sempre, nei giorni passati con una cara amica e collega ci siamo trovate concordi nel definire il marketing (strategico) sostanzialmente come una attività di scambio di valore, continuo nell’ottica di accrescerlo. E quale valore se non quello simbolico? Fare marketing quindi come attività di scambio continuo di valore per accrescerlo. In questo senso quindi è una attività che ha come suo obiettivo principale quello di leggere e sedimentare valore (visibilità, notorietà, ricordo, riconoscimento, fedeltà….. etc…) simbolico. Anche le informazioni in sé (aldilà della loro mole e natura) possono poco, se non aumentare il numero di possibilità nelle opportunità, non certo agire sul tempo, nella direzione di ridurlo. E quindi il marketing può soltanto e non per sua volontà, confrontarsi e necessariamente con un tempo lungo alle volte dilatato. Il tempo del ritorno.

E questo vale soprattutto rispetto a un altro aspetto delle scelte. Quella dimensione che possiamo definire, così soltanto e semplicemente come commerciabilità, la capacità di restare e di farlo il più a lungo possibile sul mercato con quella formula (che non è alchimia) equilibrata e in un certo senso veritiera, che è il prezzo. La commerciabilità cambia pelle, di continuo salta di boccone in boccone perché tutto può. Non porta una bandiera, una soltanto (alla volta). E’ in sé il mercato, ma senza crearlo o indurlo o anticiparlo. E’ il tempo dell’oggi o meglio di quello che viene immediatamente dopo l’oggi, subito dopo. E’ il domani non il dopo domani. La commerciabilità è squisitamente misurabile e i risultati rappresentabili. Apre e chiude sempre la stessa porta. Trae vigore forza e coerenza dal valore ma è un punto di partenza non di arrivo, continuo. Il commerciale esige merito, tecnica, sapere e potenziale del resto.
Il marketing (strategico) e il commerciale hanno due nature quindi separate. Subiscono il fascino uno dell’altro, possono decidere di andare allo stesso passo, 'a braccetto' nei migliori dei casi ma non possono intersecarsi davvero o comprendersi, sino al fondo. E’ in errore chi crede ingenuamente che possano essere proprio la stessa cosa e sovrapporsi. Quando hanno soltanto dei punti di contatto.

Ora, di recente altre circostanze hanno stimolato i miei pensieri e in particolare curiosando nel ‘board’ di una delle rinnovabili locali regionali. Dunque Wiki – the most knowledge's popular mi definisce uno dei cinque settori di innovazione italiani, la meccatronica (gli altri quattro settori sono l’aerospazio, il biomedicale, le rinnovabili e le nanotecnologie) così: “è la scienza che studia il modo di far interagire tre discipline, quali la meccanica, l'elettronica, e l'informatica al fine di automatizzare i sistemi di produzione semplificando il lavoro umano. La meccatronica nasce dalla necessità di creare un know-how nell'ambito della modellistica, simulazione e prototipazione dei sistemi di controllo, orientandosi prevalentemente ai sistemi di controllo del movimento, definiti come Motion Control. I principali campi di applicazione sono la robotica, l'automazione industriale, l'automotive e gli azionamenti elettrici.”

Mentre per Wiki “Sono da considerarsi energie rinnovabili quelle forme di energia generate da fonti che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono "esauribili" nella scala dei tempi "umani" e, per estensione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future.” Senza peraltro indicarne le modalità di produzione, di questa energia, che nei fatti sono abbastanza banali.

I distretti della meccatronica in Italia sono: Hi-Mech – Distretto Tecnologico per la Meccanica avanzata (Emilia Romagna); Distretto Tecnologico dell‘Umbria (Umbria); MEDIS – Distretto pugliese della Meccatronica (Puglia); Metadistretto della Meccatronica e delle Tecnologie meccaniche innovative (Veneto) e il Distretto Produttivo della Meccatronica (Sicilia).

I distretti delle rinnovabili in Italia sono distinti in: il DTA - Distretto tecnologico Aerospaziale (Lazio); il DHITECH Scarl - Distretto TEcnologico High Tech (Puglia); la Fondazione Torino Wireless (Piemonte); la Sardegna Ricerche (Sardegna); le Tecnologie ambientali ed energie rinnovabili (Provincia Autonoma di Trento); il Distretto delle Energie Rinnovabili (Veneto); il Metadistretto Veneto della Bioedilizia (Veneto) e il Distretto Pugliese delle Energie Rinnovabili (Puglia).

La generazione di energia rinnovabile, o Oil & Gas che sia, avviene per tramite di impianti di generazione con procedure che sono svolte da macchinari e questo da sempre (intendo soltanto nella preistoria da parte dell’uomo). Così mi viene da chiedere: “Che cosa ci fanno i luminari della meccatronica internazionale nel solare fotovoltaico e termico o nel bio – diesel, compostaggio ?” Ora, la meccatronica che ha il suo cuore di innovazione nell’automazione e nel controllo dei processi di produzione ha davvero poche opportunità nell’energia rinnovabile. A meno che si voglia ritenere l’attività dell’uomo di strofinare due pietre, una sull’altra, produzione di energia (il fuoco) o meglio di calore termico, e quindi produzione. Allora sì che con l’impianto fotovoltaico o termico abbiamo una innovazione di processo di tipo meccatronico. Certamente potrebbe essere interessante affinare il funzionamento di pannelli capaci di generare a turno sia elettricità che calore termico e quindi ad azionamento elettrico di tipo meccatronico ma non mi risulta siano allo stato dell’arte.

Dedico questo post quindi a quel manipolo di trevigiani e di trentini che più di quindici anni fa si dava appuntamento in fiere deserte ma solari (sia termiche che fotovoltaiche), a chi più di dieci anni fa, diffondeva le pratiche della sostenibilità e della CSR nel profit, con me, contribuendo a generare un mercato rinnovato e che si deve continuare a superare, ai commerciali che fanno il loro lavoro splendidamente (entrando nel merito tecnico e con tutto il valore) e perché no a un manipolo di dottori che riesumano la loro voglia di invenzione in lidi commercialmente più promettenti.

A loro dico che non c’è uno splendido futuro senza uno splendido passato perché coincidono, nel presente. Come non c’è albero che possa tenere il tempo e la burrasca senza le sue radici poiché i suoi rami e le sue radici sono la stessa cosa.
Forza ragazzi, forza Italia ! Il futuro è passato al presente......